Come mai il pensiero positivo deprime i sogni degli start upper?

perché il pensiero positivo deprime i tuoi sogni?

 

 

Si parla tanto delle start up e delle regole del gioco che trasformano un piccola neo impresa in una vera grande azienda.

In questo caso voglio mettere in primo piano l’atteggiamento e il modo di pensare che limita il successo di una start up. Ma in effetti non riguarda solo gli start upper.

Nella mia esperienza professionale ho verificato con amici e clienti che la stessa tendenza è comune anche a sportivi, mamme, studenti ed imprenditori. Quindi, ci sono buone probabilità che se hai un desiderio e/o un obiettivo personale o professionale anche tu non sei escluso.

In che modo il pensiero positivo può minacciare il successo delle tue iniziative?

Quando si parla di desideri non è solo una questione di feeling.  E’ una questione di conformazione. Anzi, visto che è l’aspetto più sottovalutato, è soprattutto una questione di conformazione.

Per intenderci immagina di dover scegliere una bella camicia o una giacca perfetta per te. Presta attenzione perché le tre dimensioni che danno una forma ad un desiderio sono le stesse necessarie alla scelta di un capo d’abbigliamento  che ti vesta a pennello: statura, taglia e conformazione.

Le prime due sono le più ovvie, la terza un pò meno.

La conformazione o il Drop è il rapporto fra la larghezza del torace e quella della vita. Rispetta questi tre parametri e sarai soddisfatto di ogni tua scelta.

Ora non ci vuole un genio per capire che una donna che indossa la taglia 42 difficilmente sceglie una taglia 48 o una 52. Questo non vuol dire che se il tuo vicino di casa ha la tua stessa taglia e la tua stessa statura vi potete scambiare la giacca. Dipende dal drop.

Anche chi vuole realizzare un desiderio si trova in una situazione simile. Non ha senso fornire la stessa soluzione a due persone solo perché hanno lo stesso  obiettivo. Raramente le persone hanno lo stesso obiettivo e la stessa storia. Questo per dire che spesso l’anello mancante  nella realizzazione dei propri desideri ha a che fare  con la mancanza di una buona dose di realtà. Manca ciò che dà una specifica conformazione alla tua storia.

Aggiungi una dose di realtà al pensiero positivo!

La dose di realtà è data dalla presenza di piano “non lineare” della trasformazione che hai in mente. I quattro passi di questo processo si basano su importanti scoperte scientifiche che mostrano chiaramente cosa fare per aiutare qualcuno ad iniziare e mantenere un impegno fino in fondo.

Per farlo bisogna includere  oltre al Desiderio e i Risultati anche gli Ostacoli e un Piano per superarli. In questo modo il DROP  facilita i passi del percorso fino all’attuazione completa del progetto. Come si vede la coscienza specifica degli Ostacoli e il Piano per superarli è  evidentemente l’aspetto più trascurato da chi si lascia incantare dalle promesse del pensiero positivo.

L’Università di New York,  l’Università  di Amburgo ed altri istituti di ricerca,  hanno testato le premesse di questo approccio su bambini, adolescenti ed adulti determinati a raggiungere un  obiettivo. Personalmente ho verificato che funziona  bene tanto nell’ambito scolastico che con sportivi e con imprenditori perché tiene in buon conto la conformazione reale della situazione di partenza.

Uno strano scontro tra scienza e castelli in aria

Forse non era necessario scomodare anni di ricerche scientifiche per dimostrare che chi fantastica spesso sui propri successi futuri si ritrova più facilmente  in situazioni difficili. Comunque è un bene che ci sia la possibilità di dare una scossa ai  luoghi comuni che confondono le buone intenzioni di milioni di persone. Per questa ragione voglio condividere alcune distinzioni alla base delle strategie e degli strumenti che negli scorsi anni ho condiviso con sportivi, mamme, imprenditori e start upper.

Il punto è che quando non siamo consapevoli del nostro  modo di pensare non possiamo accorgerci del fatto che stiamo costruendo dei castelli in aria. Questo aspetto nobilita il ruolo della Mindfullness sia in contesti personali che professionali.

D’altra parte, va anche detto che fare fantasie sul futuro è naturale. Sognare ad occhi aperti è un’attività ordinaria del cervello. Dunque, è naturale fare sogni con un lieto fine  e/o sognare che filerà tutto per il verso giusto.

Altra questione è il fatto che buona parte della letteratura sulla crescita personale e i messaggi di molti guru mettono in primo piano il pensiero positivo come una sorgente di motivazione e/o d’ispirazione.

“Immagina un tuo successo futuro, ti sentirai più motivato”.

C’è qualcosa di vero in questa filosofia elementare. Pensare in modo positivo riguardo al proprio futuro ha molti benefici.  Ciò detto, ricerche accurate hanno mostrato che la visualizzazione e le fantasie hanno delle controindicazioni da non sottovalutare.

Aspettative positive o pensiero positivo?

I ricercatori hanno voluto verificare come pensano le persone che affrontano quattro tipi di sfide: cercare un lavoro, trovare un partner, passare un esame con successo e  la ripresa dopo aver subito un’operazione chirurgica. A questo scopo hanno esaminato il modo in cui le persone concepiscono ciascuna di queste quattro sfide.

In particolare hanno misurato il loro modo di pensare per osservare quanto fantasticavano sull’esito positivo e quanto erano animati da aspettative positive. In conclusione è emersa una differenza che può sembrare banale, ma non lo è.

Le aspettative si basano e sono influenzate da esperienze passate.

Ti aspetti di superare un esame o qualsiasi altra prova perché hai fatto bene negli esami precedenti. Oppure, ti aspetti d’incontrare un nuovo partner perché sei riuscito a farlo anche precedentemente, e così via.

Le fantasie positive, invece, implicano l’atto d’immaginare qualcosa con la speranza che accada in un prossimo futuro, ma sono vissute nel presente. Questo aspetto può creare effetti problematici. Le ricerche hanno mostrato che quando si cerca un lavoro, o un partner, o si vuole superare un esame,  o la ripresa da un intervento chirurgico, se la cavano peggio quelli che hanno trascorso più tempo a fantasticare sull’esito positivo.

Ad esempio, quelli che hanno trascorso più tempo a sognare un posto di lavoro, hanno ottenuto risultati peggiori rispetto ad altri modi di pensare. Ecco i risultati dei sognatori dopo due anni che avevano lasciato l’università:

  • avevano fatto meno richieste di lavoro,
  • avevano ricevuto meno offerte di lavoro,
  • e, quelli che avevano trovato un lavoro, avevano salari più bassi.

 All’altro capo del bastone è emerso che quelli che si erano intrattenuti con fantasie future più negative, hanno avuto maggiori probabilità di raggiungere i loro obiettivi professionali. Gli stessi risultati sono stati osservati anche negli altri tipi di sfide e/o obiettivi.

E gli start upper?

In sintesi hanno constatato che le fantasie positive venivano associate al fallimento, mentre le aspettative positive venivano associate al successo.  Neanche a dirlo gli start upper che hanno aspettative positive sull’attuazione dei loro progetti  hanno  risultati migliori di quelli che hanno aspettative negative.

E’ utile ricordare che le aspettative hanno basi solide, mentre le fantasie positive spesso sono costruite sul nulla.

Le fantasie positive creano facili delusioni

Il problema delle fantasie positive è che anticipano il successo nel momento presente. Questo aspetto non sarebbe male se non fosse che fanno scivolare fuori dal campo della propria coscienza la presenza di eventuali ostacoli da affrontare lungo il percorso. Oltretutto in questo modo si riduce la motivazione perché si ha la sensazione di aver già raggiunto l’obiettivo.

E’ un modo veloce per restare delusi perché si limita a sfruttare l’ enorme capacità di  simulare gli eventi futuri del cervello compromettendone la possibilità effettiva di riuscirci. In sintesi:

Il film mentale è incompleto e la start up non vede la luce nella realtà.

Questo non vuol dire che pensare positivamente al proprio futuro crea problemi o che le fantasie sono di per sé pericolose. Significa che un certo modo di pensare genera prestazioni più scarse e delusioni più forti. Quindi è un invito a servirsi con cautela della visualizzazione e/o delle fantasie sulla realizzazione dei  propri desideri. 

In parole semplici il Drop dà un ruolo specifico all’ottimismo, ma pianifica fino in fondo la trasformazione desiderata.

Un futuro motivante che si adatta alla tua conformazione fisica conferendo così una buona dose di realtà all’attuazione dei tuoi progetti.

Il Drop è una strategia auto-regolatoria che trasforma i pensieri, le emozioni e le azioni fisiche.

Bene, insieme ai 7 dati di fatto che fanno brillare il modo di funzionare del cervello, mi farà molto piacere condividere  i passi pratici di questo nuovo approccio, nella prossima edizione di   “Beautiful Mind: dalla Mindfulness all’anello mancante del pensiero positivo”.   

Se t’interessa partecipare l’ingresso è libero.

Scrivi qui per conoscere la sede e le date o seguimi sulla pagina Facebook di Spirito d’iniziativa per i prossimi aggiornamenti.

A presto

Maurizio