5 esperienze spirituali vietate (ad un cervello avvelenato)

5 esperienze spirituali vietate (ad un cervello avvelenato)

Ogni tanto c’è un’esperienza talmente intensa da scuotere il senso della realtà. A volte sono piccoli eventi o è il tempo che passa o una relazione che si trasforma. Comunque, anche se  sono esperienze con un potenziale rivoluzionario, non riescono a cambiare completamente le routine quotidiane. Cosa cambia, allora?

Cambiano le lenti con cui osservi il mondo.

D’un tratto il tuo senso di connessione si espande e il tuo modo d’interpretare gli eventi prende una piega meno materialistica. Si fanno spazio convinzioni che trascendono le apparenze,   pensieri meno egoistici, sensazioni nuove e una consapevolezza più ampia di sé , dei rapporti con gli altri e con il  mondo.

A questo punto coesistono due condizioni: una nuova percezione del mondo e le vecchie abitudini fisiche e mentali. Diciamo subito che non è una convivenza facile perché le aspettative generate dalle nuove lenti  sono costrette a confrontarsi con gli stessi comportamenti che c’erano prima del nuovo livello di coscienza.

Questa è la ragione per cui le 5 esperienze spirituali non hanno modo di consolidarsi nell’esperienza quotidiana se il cervello resta avvelenato da pensieri tossici e da vecchie abitudini fisiche e mentali. In casi simili il copione è prevedibile:

“La mente fa due passi avanti, il cervello ne fa uno o due indietro”.

Ora, tutti sanno che le abitudini sono schemi  talmente radicati nel cervello da diventare gesti automatici. Ed è chiaro che molti automatismi semplificano la vita perché evitano di farci reinventare la ruota ogni giorno.

Il punto è che il cervello controlla la capacità di interrompere e/o di generare le abitudini. Dunque, in molti casi la forza di volontà può fare ben poco. Così  negli scorsi due lustri sono stato costretto a trovare nuove soluzioni. Non per aiutare chi voleva smettere abitudini negative, ma per facilitare gli obiettivi dei clienti decisi  a creare abitudini positive ed in armonia con la loro evoluzione personale.

Quelle che seguono sono esperienze capaci di mettere in discussione il senso comune della realtà. Esperienze con un potenziale rivoluzionario a patto che il cervello non rimanga invischiato nei  vecchi schemi. Altrimenti  restano esperienze episodiche e stentano ad integrarsi nella vita e nelle relazioni  quotidiane.

Ecco 5 esperienze spirituali, supportate dalla ricerca scientifica, rese letteralmente impossibili da un cervello avvelenato da pensieri tossici.

1.   Unità (o Campo Unificato della Coscienza)

Il Dr. John Hagelin ha scritto molto sul Campo Unificato e sulla Fisica della Coscienza documentando che la Biologia molecolare e la Neuro-immunologia sono in accordo sul fatto che “siamo i creatori della nostra realtà”. Riconoscere di essere i creatori vuol dire accettare di assumersi una grande responsabilità sulla qualità della nostra vita.

Anche le antiche tradizioni sapienziali hanno tramandato lo stesso concetto, “Viviamo in un campo unificato di energia che collega tutto”.

Letteralmente significa che ogni particella dell’intero Universo è cosciente. E, proprio in questo momento, sta evolvendo in modo esponenziale.  Se tutto il nostro mondo abbracciasse questa prospettiva sulla realtà dell’ interconnessione, faremmo l’uno il bene dell’altro riconoscendo questa unità dell’organismo globale.

Alla base della diversità della vita c’è Unità. Chi vive e si muove nel mondo da una posizione di Unità è già sul sentiero dell’evoluzione positiva ed è in comunione con la vita.

2.   La Realtà è un riflesso di te stesso

 Cosa accadrebbe se ti dicessero che questo Pianeta è abitato da una sola persona?

In un certo senso è vero..

Tutta la realtà è un riflesso olografico di te stesso. Ogni persona, ogni essere vivente e l’intero pianeta è un tuo riflesso.  Questa nozione anticipa che “quando cambi ed evolvi, anche la realtà intorno a te cambia”.

Qualche tempo fa una mia amica parlava del marito che, soprattutto in situazioni pubbliche , era molto serio. In realtà, a sentire il marito, era la gente a non sorridergli mai. Al termine di un pranzo la moglie gli disse di provare a guardare gli altri come se fossero un’altra ”versione di se stesso”.  Quando la sera il marito tornò a casa era entusiasta del fatto  che tutti quelli con cui era entrato in contatto visivo gli avevano sorriso. Improvvisamente le persone sentivano il suo senso di connessione e riflettevano quel legame.

Questo aspetto non riduce l’unicità di un individuo. Anzi la prima intuizione che deriva dalla consapevolezza dell’Universo Olografico è forse anche la più potente. Una goccia non è una parte dell’oceano. In una goccia c’è l’intero oceano, lo contiene. Questa comprensione  aiuta a smettere di percepirci piccoli e senza potere.

Prova la dimensione di questa prospettiva ed osserva come cambia il tuo modo di percepire il Mondo..

3) Segui  ciò che ha il potenziale più alto di  farti sentire vivo

 Seguire il sentiero già tracciato è la cosa più saggia quando si entra in una foresta. Ma nella vita non è la stessa cosa.  Seguire i condizionamenti esterni può costare molto caro in termini emotivi.

Joseph Campbell ha reso popolare l’incoraggiamento a seguire la via del cuore. Talvolta viene interpretato come un invito a seguire la via dell’estasi, del piacere o del divertimento. In realtà è un’esortazione ad investire sul percorso che tiene accesa la propria  fiamma.

La difficoltà sta nel fatto che non è un percorso che si vede nella sua interezza. E’ una via che apri passo dopo passo. L’aspetto positivo è che perfino se si presenta come un percorso   difficile, ti rende sereno perché senti che è qualcosa che non puoi non fare. Con  questa serenità nello spirito, sei nella condizione di riconoscere ‘qualcosa’ che era lì da sempre. Perciò inizi ad incontrare gente in armonia con il tuo percorso e vedi aprirsi porte che non avresti mai immaginato e che ad altre persone risulterebbero inesistenti.

  Segui  ciò che ha il potenziale più alto di  farti sentire vivo vuol dire “essere e fare” ciò che forse ti mette alla prova, ma ti fa crescere ed espande la tua coscienza.

4) Riconoscere le sincronicità. 

Non siamo obbligati a comprendere completamente la connessione fra tutte le forme di vita per sperimentare le sincronicità. Nondimeno, quando riconosciamo che tutto è interconnesso, aumentano anche le coincidenze significative.

Sono avvenimenti che non hanno una  logica lineare. C’invitano ad andare oltre i rapporti di causa ed effetto e ad osservare la presenza di una fitta rete di connessioni.

Si tratta di sincronicità sia quando notiamo la ricorrenza frequente di certe cifre  (111, 333, 555, 11:11) o quando  assistiamo  a tempismi perfetti fra eventi e pensieri, o la coincidenza tra cose apparentemente scollegate che si ripete obbligandoci a prestare attenzione a qualcosa che non avevamo contemplato.

Mi ha colpito molto l’affermazione di un vecchio saggio che descriveva la sincronicità come “uno strumento intelligente che l’Universo ha costruito per ricordarci costantemente l’esistenza di un ordine superiore che governa la nostra esistenza al di la della nostra comprensione, ma ancora abbastanza gentile da darci segni della sua presenza.”

Attenzione: Anche quando il cervello è disintossicato da pensieri tossici, non si raccomanda di  seguire ciecamente ogni sincronicità, ma di usare il ‘pensiero per campi’ per osservare “Quali sono gli eventi che amano ripetersi simultaneamente?”.

O di usare le sincronicità significative per avere una prospettiva unificante ed avere una maggiore comprensione del senso della vita.

5) Guardarsi dentro è la nuova direzione 

Si parla poco di quanto il risveglio della coscienza sia sempre più   popolare in questi ultimi anni. Non è un risveglio di pochi eletti.  E’ un risveglio globale. L’evoluzione della coscienza è sempre più veloce contemporaneamente all’accelerazione delle innovazioni tecnologiche.  Non a caso c’è una precisa correlazione tra questi due fenomeni.

Di pari passo all’ accesso pressoché infinito alle informazioni e allo sviluppo dell’intelligenza,  stiamo evolvendo. Anche le tecnologie sono sempre più intelligenti, semplici, compatte, intuitive e facili da usare. Dopo spinte ad evolvere verso l’esterno, abbiamo iniziato a guardarci dentro.  A guardare noi stessi,  le realtà che creiamo e l’ambiente in cui viviamo. Altri indizi vengono dalla diffusione dei giochi sulla realtà virtuale o dalla pratica sempre più popolare della meditazione.

I nuovi paesaggi dell’evoluzione continuano ad espandersi.

I nuovi paesaggi dell’evoluzione espandono la nostra coscienza sulla vastità del nostro mondo interiore. Presto o tardi tecnologia e spiritualità si fonderanno per guidare la nostra vita verso  orizzonti che oggi sono  per buona parte ancora sconosciuti. Naturalmente si può essere spaventati o entusiasti del futuro. Dipende da noi.  Siamo bloccati o affrontiamo le nuove sfide? Spesso è una questione di resistenza. Imparando a sbloccare quelle resistenze diventa tutto più fluido, naturale e senza sforzi.

Non è vero che le vecchie abitudini sono così dure a morire.

Un nuovo studio dei neuro scienziati del MIT ha scoperto che una minuscola regione della corteccia prefrontale del cervello, dove avviene buona parte dell’attività relativa ai pensieri e alla pianificazione, è responsabile del controllo che dà il via alle abitudini momento-dopo-momento.

Abbiamo sempre pensato alle abitudini come qualcosa di inflessibile. Oggi è più chiaro che a rendere più flessibili le abitudini ci sono dei forti punti di leva legati al nostro sistema di ricompense e alla relazione con l’ambiente.

Quanto durerà la convivenza della nuova visione del mondo con i vecchi schemi comportamentali, dipende da noi e dalla nostra abilità di arginare i pensieri tossici e/o di disintossicare il cervello in modo da non ripetere gli schemi  del passato che ormai non si accordano più con le nuove lenti.

          Concludendo: Quello che ho imparato dall’esperienza personale e professionale degli scorsi 20 anni con i miei clienti può essere sintetizzato così.

Per creare abitudini in grado di facilitare la vita che amiamo è necessario interrompere la convivenza tra quella parte di noi che sa ‘vedere’ oltre le apparenze e quella che continua a promuovere le vecchie abitudini fisiche e mentali.

Liberati dai pensieri tossici che oppongono resistenza ad un’armonia interiore più completa.

Stay Invictus!