Il tasto dolente delle esperienze positive

Il tasto dolente delle esperienze positive

Le grandi sfide sono maestre in pensione. Hanno tanto da insegnare e poco tempo disponibile per gli ex alunni. Eppure sono in pochi a pendere dalle loro labbra.

Solo un’incallita minoranza investe le migliori energie pur di restare in loro compagnia. La grande massa è incastrata dalle routine quotidiane e si tiene alla larga dalle sfide. Forse perché  quando si affronta una grande sfida personale  e/o in certe fasi della vita professionale si è costretti a fare i conti con dubbi ed incertezze. Comunque una cosa è sicura:

Le grandi sfide mescolano le tue carte!

Ecco perché  auto-critiche, preoccupazioni ed insicurezze fanno parte del gioco.

Magari c’è una situazione difficile nell’ambiente familiare o qualche stress al lavoro. Certe volte si tratta di una carenza di motivazione per smettere una cattiva abitudine o nel portare avanti una dieta o poca grinta nel fare esercizio fisico e/o nel mantenere gli impegni più importanti.

Resta il fatto che in molti casi le persone vogliono solo sentirsi felici o amate.

Le grandi sfide sono un palcoscenico per le possibilità.

Proprio ieri, durante una sessione di coaching con una imprenditrice, esploravamo una sua improvvisa carenza di focus nel lavoro. La sua meraviglia era data dal fatto che tutti la conoscono come una persona determinata, persistente e grintosa.

Tra l’altro questo suo temperamento molto forte non le ha mai impedito di essere d’aiuto nei confronti degli altri. Non a caso  amici e colleghi le riconoscono una grande grinta e la capacità di essere sempre pronta  a “dare se stessa”. Insomma, una di quelle persone che riescono a conciliare armoniosamente sia il lavoro che le relazioni.

Le grandi sfide sono opportunità per dare il meglio di sé.

Ad un certo punto della conversazione, proprio parlando della sua improvvisa mancanza di focus, siamo scivolati su un aspetto importante e spesso trascurato.

A volte le persone vogliono solo sentirsi più felici o amate. Cosa accadrebbe se dentro di te ti sentissi amata e amabile, farebbe una bella differenza per te?

Un buon modo per rispondere a questa domanda riguarda i tre sistemi operativi del cervello.

  • Amigdala: Azioni reattive; evitare i rischi
  • Limbico: Memoria, emozioni e comportamenti;  ricerca ricompense.
  • Corteccia: pensiero astratto, linguaggio, empatia,  cooperazione, cognizione sociale, connessione con gli altri

Quando ci si sente preoccupati, tesi, sotto pressione e insicuri, scattano reazioni automatiche governate dal ‘sistema d’allarme’ che ha lo scopo di evitare eventuali pericoli. Questo è il momento per attivare il ‘centro delle risorse’ che ti protegge, ti fa sentire al sicuro, in pace, forte e presente (più in basso trovi i tre passi per attivare ed istallare questo processo).

Le grandi sfide trasformano il modo di vedere il mondo.

In parole semplici, l’esperienza degli ‘stati negativi’ genera rapidamente tratti neurali negativi, che aprono la strada ed alimentano altri  stati mentali negativi. L’attività del cervello viene risucchiata da un processo di apprendimento negativo che finisce per indebolire il processo di apprendimento positivo. Quindi è come se l’esperienza degli stati positivi fosse sciupata dal focus e dall’esperienza degli stati negativi su cui si resta concentrati più a lungo e più spesso.

Le grandi sfide rivoluzionano il modo di vedere se stessi.

Anche tristezza, delusione, frustrazione, indecisione o noia creano abitudini altrettanto intense perché coinvolgono il ‘sistema delle ricompense’. Questo significa che  bisogna  far crescere il bisogno di esperienze di gratitudine, piacere, realizzazione e appagamento. Sono necessarie soluzioni legate al sistema che ha provocato il problema.

Insomma, è come dire che se  hai lo scorbuto, hai bisogno di vitamina C. Quindi, un vuoto d’amore non può essere colmato dal raggiungere traguardi esterni o dal conquistare successi finanziari. Non funzionerebbe perché spingerebbe a ricercare ricompense in una direzione che allontana dalla soluzione reale.

Sarebbe come assumere delle pillole che contengono del ferro, nonostante tutti comprendono che il rimedio per lo scorbuto è la ‘vitamina C’.  Quindi, qual è la tua ‘vitamina C’?

Molto spesso la ‘vitamina C’ è collegata alle circostanze di vita attuali.  Spesso riguarda un conflitto con qualcuno o una vecchia cicatrice.

Le grandi sfide sono autostrade sull’ auto-trascendenza.

Sentirsi tagliati fuori, inadeguati, soli  e/o pieni di risentimento provoca il ‘sistema di attaccamento’ ad altre persone e diventano necessarie esperienze di appartenenza, compassione di sé, sentirsi apprezzati, benvoluti insieme al piacere di ricevere gesti gentili e al bisogno di una maggiore assertività.

Il punto è semplice. Se vuoi sviluppare una consapevolezza più completa delle tue risorse, dovresti avere il desiderio di vivere molti momenti in cui sei consapevole di ciò che ti fa sentire bene.

Devi essere dalla tua parte per supportare te stesso e comportati in modo amichevole nei tuoi confronti. Per farlo bastano due passi: installa ed attiva risorse basate su esperienze positive. Prima installi la risorsa, per poi poterla attivare al momento giusto.

Tornando alla sessione di ieri, la brillante imprenditrice ha soprannominato simpaticamente questi tre passi come la sua ‘vitamina C’ per via del fatto che si basano sul processo della coalescenza di esperienze positive.  Infatti lo scopo di questo processo è la coalescenza delle esperienze positive.

Ecco i tre passi: 

  1. Collega i fatti positivi con le esperienze positive. Fallo anche con le piccole cose. Prendile come opportunità per sentirti bene. Questo primo passo è un invito a non trascurare gli eventi positivi. Tieni a mente però che ‘fatti’ ed  ‘esperienze’ presi separatamente non hanno molto potere sul cervello. Dunque devi creare un collegamento. Devi  collegare i fatti positivi con le esperienze positive in modo che il cervello se ne avvantaggi anche per il futuro.
  1. Coinvolgi i sensi. Fai quello che farebbe qualsiasi insegnante per dar vita ad un vero apprendimento.  Contatta nel modo più completo i 5 sensi e coinvolgi te stesso  nel vivere fisicamente quell’esperienza. Assapora le sensazioni e quelle emozioni. Intensificale e prolungale per quanto ti è possibile. Dopo che hai attivato questo stato mentale passa all’istallazione affinché ci sia una condizione neurale duratura.   
  1. Cospira per la coalescenza definitiva di quell’esperienza. Lascia che l’esperienza si fonda nel cervello e nel corpo.  Condividi queste sensazioni fisiche con ogni cellula del tuo corpo. Cospira affinché queste buone sensazioni possano restare con te per il resto della tua vita. Lascia che  questa memoria emotiva si depositi in ogni tua fibra. Questo terzo passo può essere facilitato da una respirazione più profonda o da una visualizzazione olografica o lasciando che queste sensazioni vengano registrate dentro di te in un modo profondo e completo.

Un’ultima cosa sulle esperienze positive..

Riguardo all’esperienze positive bisogna sottolineare che restano piacevoli solo per un breve periodo. Questo è il tasto dolente delle esperienze positive. Se non estendiamo il vigore di quelle sensazioni nella memoria a lungo termine, svaniscono rapidamente. In questo senso le esperienze positive rischiano di non avere un valore duraturo.

Il mantra contagioso di Donald Hebb rende bene l’idea:

Neurons that fire together wire together”.

Quest’espressione indica che per affrontare una grande sfida devi essere consapevole del fatto che ogni volta che ripeti un particolare pensiero o azione stai rinforzando la connessione tra gruppi di cellule cerebrali o neuroni.

Come spiegano i neuro scienziati, “La mente e il cervello sono un sistema unitario”. Ovvero, quando la mente cambia, anche il cervello cambia (e viceversa).

Un modo semplice per dire che non sei pietrificato e costretto a vivere con il cervello con cui sei nato. Hai la capacità di scegliere quali funzioni far fiorire e quali far appassire. Puoi intensificare certe emozioni e calmarne altre.

Di fronte alle tue sfide più importanti ricorda che puoi usare la mente cosciente per apportare cambiamenti duraturi nel tuo cervello in modo da superare auto-critiche, preoccupazioni ed insicurezze ed  intensificare un maggior benessere e felicità nella tua vita.

Il futuro delle grandi sfide è già iniziato.

 

Stay Invictus!