Come vincere l’inerzia e disegnare una vita intenzionale.

Come vincere l’inerzia e disegnare una vita intenzionale.

Ci sono persone che vivono anni fuori dalla loro rotta iniziale e altre che restano sempre sulla rotta giusta senza mai perdere la bussola.

Cosa ne pensi?

Io penso che non sia vero. Tranne quelli che seguono una strada che altri hanno tracciato per loro, siamo tutti sulla stessa barca. Siamo tutti  animati da un plotone di desideri ed ogni giorno cerchiamo di fare del nostro meglio.

Ma cosa succede quando un plotone di desideri confonde le acque?

Nel mio lavoro e nelle mie relazioni personali mi capita d’incontrare persone che hanno le mie stesse difficoltà. Non sono persone che hanno una vita con più o meno problemi. Non credo che sia la presenza di  problemi a fare la differenza nella vita delle persone.

L’unica vera distinzione è che alcuni hanno una vita molto movimentata, ma non intenzionale. Mentre altri, nonostante i colpi bassi che incassano, continuano ad avere una vita altamente intenzionale.

Sono due enormi fette di popolazione.

Una larga fetta è vittima dell’inerzia. Sono individui che continuano a muoversi, ma senza imprimere un impulso coerente alle loro iniziative e/o senza una vera e propria continuità in quello che fanno.

L’altra fetta, invece, è meno imponente.

Non sono persone che hanno necessariamente successo, né sono sempre felici. Sono individui ispirati e sanno come usare le proprie emozioni per non farsi trascinare dall’inerzia. Sanno che l’unico modo per avere una vita motivante consiste nel creare un piano motivante. Quindi il loro segreto è semplice.

Creano Futuri Motivanti.

Il punto è che spesso le persone non si accorgono di essere vittime della forza d’inerzia. Devono passare molti anni prima che una persona si renda conto di essere stata allontanata dai propri scopi.

La vita, il lavoro e le relazioni proseguono a pieno ritmo e le persone sono sempre troppo occupate da riconoscere di essere governate dal potere silenzioso della forza d’inerzia. E poiché la forza d’inerzia non crea i sensi di colpa  immediati che potrebbe creare l’apatia, un po’ alla volta ci si allontana dal modello di vita desiderato.

E allora?

 Il segreto consiste nel creare un piano che aiuti a prendere iniziative coerenti con le proprie intenzioni. Ma c’è di più. La cosa interessante è che un piano motivante non ha le caratteristiche tipiche di qualsiasi piano. Ha lo scopo di tradurre i problemi in un piano d’azione che vince una forza di cui raramente ci rendiamo conto.

 Due stati mentali da tenere sott’occhio. 

Il potere della Forza d’inerzia è dato dal fatto che mantiene in vita due stati fondamentali. Lo stato di quiete e lo stato di moto.

 Ad esempio, se sei in piedi su un autobus, al momento della  partenza il tuo corpo tenderà a spostarsi all’indietro per conservare lo stato di quiete e appena l’autobus frena,  il tuo corpo tenderà a muoversi in avanti, come se continuasse la corsa, per conservare lo stato di moto.

Vale anche per il nostro cervello!

Quindi, un oggetto che è in riposo tende a restare in fase di riposo e un oggetto in movimento tende a restare in movimento.  Questa dinamica diventa particolarmente degna di attenzione se quell’oggetto è il nostro cervello.

E’ un cervello in moto perpetuo o in quiete?

Nella vita di ciascuno di noi la forza d’inerzia ha un volto noto e un altro un po’ più nascosto. Ad esempio, poiché la condizione d’immobilità fisica è evidente, riconosciamo subito una persona che più tende a stare quieta e più resta in quello stato di stasi, passività, inazione.

Il potere della forza d’inerzia risulta meno evidente quando invece più una persona ha una vita movimentata,  più la vita di quella persona continua ad essere molto movimentata, ma non per questo significativa, produttiva o appagante. Di fatto si crea una situazione confusa.

Mai confondere il movimento con l’azione.

Insomma, quando la vita è movimentata, ma senza iniziative coerenti, le persone finiscono per allontanarsi dalla vita che avevano desiderato perché restano vittime della forza d’inerzia, tanto quanto quelli che se ne stanno inerti su un divano.

Questo per dire che quiete e movimento sono due facce della stessa medaglia. Si tratta comunque di forza d’inerzia. Con la differenza principale che le persone che hanno una vita movimentata s’illudono che dandosi un gran da fare riusciranno a vivere la vita desiderata.

Tea l’altro quelli che vivono una vita molto movimentata sperimentano una buona dose di confusione perché continuano a muoversi spinti dal moto d’inerzia senza vedere chiaramente dove stanno andando. Non vedono un domani luminoso e un giorno dopo l’altro guardano la vita che si allontana dalla direzione che avevano immaginato. Questa è solo una delle ragioni per cui non ci si può abbandonare alla forza d’inerzia.

Ci vuole un piano!

Il fatto è che solitamente le persone hanno un piano per la carriera, un piano per la casa e un piano per le prossime vacanze, ma non trovano il tempo per fare un piano per la propria vita.

Il risultato è che gli anni dai trenta ai quaranta volano in un battito di ciglia e, prima che uno se ne renda conto, anche i cinquanta e i sessanta anni fanno la stessa fine. Finché uno si accorge di essere molto lontano dalle proprie aspirazioni e si chiede, cosa è andato storto?

Voltare le spalle al Potere della ‘Forza’ non è una buona mossa.

Contrariamente a quello che spesso si crede la qualità della vita non dipende dal proprio talento, dalle capacità, etc. Quando nella vita di una persona c’è troppa confusione, spese inutili e rimpianti frequenti spesso dipende dalla presenza di una forza che non può essere trascurata.

La forza d’inerzia allontana le persone dalla vita che avrebbero voluto. Ad un certo punto si guardano intorno e si accorgono che la forza d’inerzia li ha allontanati dal prendersi cura della propria salute e del proprio corpo o forse li ha allontanati dai legami più importanti o delle relazioni sociali o forse dalle aspirazioni professionali e dalla  propria carriera.

Sono sicuro che conosci persone che vivono una situazione simile. Anch’io ne conosco molte.

Una storia di fuoco e fiamme.

Tra tante storie mi piace quella di Laura perché ha almeno tre caratteristiche importanti. Laura ha riconosciuto e superato A) una Sfida Radicale, B) è andata avanti a ‘Muso duro, Cuore scuro’ e C) si è servita di un Piano Motivante.

Il bello di una sfida radicale è che prende di petto un problema e lo traduce in un piano d’azione. Spesso questo genere di sfida ha a che fare con una tendenza  comune: le persone sanno cosa fare, ma non fanno ciò che sanno. Quindi tanto per iniziare è necessario prendere di petto ciò che sta già  richiamando ripetutamente la tua attenzione.

Le sfide radicali sono soggettive. Riguardano un modo di fare o di pensare o anche un modo di sentire che crea situazioni ripetitive di disagio.

Di solito questo genere di sfide resta tale  finché le persone non si accorgono di essere vittime del moto d’inerzia.  Per questo motivo diventa essenziale inserire le sfide all’interno di una vita altamente intenzionale. Come si crea una vita che ti fa svegliare ogni mattina con un forte senso di scopo? Il modo più semplice è attraverso un piano motivante.

 Un piano per creare una vita motivante. 

Il piano motivante parte dal riconoscere una sfida che non puoi più trascurare perché sta già rubando le tue energie migliori e sai che affrontarla avrà un impatto radicale sulla tua vita. Nel suo caso di Laura aveva una rabbia repressa che le creava problemi in diversi ambiti della vita e poi c’era anche un piccolo problema di salute.

Quindi nel caso di Laura si trattava di un modo di sentire che influenzava il suo modo di fare al lavoro e nelle relazioni con gli amici. Il suo modo di pensare e sentire remava contro i suoi obiettivi e le impediva una vera e propria stabilità emotiva. Nel suo caso le provocava anche frequenti mal di stomaco o una gastrite nervosa.

 Una situazione simile si può ripetere anche in casi diversi da quello di Laura. Ad esempio, quando una persona rivive spesso situazioni frustranti o risentimenti. Questo per dire che magari la stessa sfida assume connotati diversi a seconda della personalità.

Ad esempio, gli estroversi e gli introversi hanno un modo diverso di esprimere la propria rabbia. I primi sfogano le proprie frustrazioni, mentre i secondi le reprimono e quindi anche se non è altrettanto evidente agli altri, in entrambi i casi la stabilità emotiva viene minacciata.

Perché è una storia di fuoco e fiamme?

Okay, ci sono vari tipi di gastrite, ma il filo rosso è lo stesso. Si tratta di emozioni represse che da qualche parte devono trovare uno sfogo. Quindi per prima cosa Laura si è rivolta ad un medico che l’ha assistita. Poi abbiamo lavorato insieme per dare un senso più completo alla sua sfida.

Come?

Siamo partiti dalla cosa di cui aveva più bisogno. Relazioni, salute e obiettivi professionali hanno trovato una collocazione perfetta all’interno di un piano capace di tenerla in carreggiata nel rispetto totale degli stati emotivi più profondi e significativi per lei.

A molti sembra sorprendente, ma alcuni spunti interessanti per affrontare in modo strategico una sfida radicale emergono direttamente dal linguaggio. Attraverso il linguaggio abbiamo modi personali per raccontare ‘fuori’ ciò che viviamo ‘dentro’. Ad esempio, nell’esperienza di Laura si fondevano in un modo molto particolare i suoi obiettivi professionali con una vita poco intenzionale e la sua fastidiosa gastrite.

Basta prestare attenzione al linguaggio per notare che, ad esempio, c’è chi descrive la gastrite parlando di vampe o come un fuoco che brucia dall’interno. Alcuni ne parlano come di una morsa che toglie l’aria o di  sensazioni di asfissia. Altri ancora ne parlano come di un bollore o lo descrivono come qualcosa che logora, consuma e corrode dall’interno.  Spesso nel loro  passato hanno subito ingiustizie e hanno dovuto “ingoiare bocconi amari”.

Sono metafore diverse, ma cosa raccontano attraverso sensazioni o immagini diverse?

Raccontano che se la sono legata al dito.

Prestando attenzione al linguaggio scopriamo che raccontano che hanno subito un torto dalla vita. Usano metafore che descrivono “una vita pesante” e difficile da mandar giù o dura da digerire. Per queste ragioni si sfogano con scariche di aggressività che assediano l’esperienza della persona dall’interno.

Perché?

Per farla facile diciamo che dipende da una difficoltà ad esprimere se stessi.

Forse il disagio dipende dalla situazione economica o forse  riguarda un numero d’iniziative bloccate o la sfera intima o qualcos’altro che comunque non trova una via d’uscita per cui brucia all’interno.

 Comunque a tutto c’è un rimedio

Infatti, seguendo un processo che ha realizzato in una singola mattinata, Laura ha realizzato un piano semplice e collaudato già da altre persone prima di lei. E così da una parte ha saputo trasformare una vita stagnante e dall’altra ha tradotto le sue sfide in un piano che ha sbloccato la sua situazione di stallo professionale. In meno di tre mesi era una persona irriconoscibile.

Oggi è trascorso più di un anno e dedica meno di 10 minuti al giorno al suo piano. Ha chiuso diversi capitoli della sua vita e ha avviato una nuova azienda nel settore agro alimentare.

 Sicuramente la sua azienda ha ottenuto risultati non tipici e non sono sicuro che si possano garantire gli stessi risultati a chiunque.  La marcia in più di cui è molto orgogliosa è nel modo in cui focalizza ciò che vuole realizzare.

Sottolineo che non sono risultati tipici e che è merito suo. Ma tutto è stato possibile grazie alla volontà di affrontare una sfida e all’impegno nel dedicare 4/5 ore alla creazione di un piano motivante.

Eppure non tutti i piani sono motivanti.

La verità è che ci sono molti tipi di piani. Da sempre la pianificazione è una necessità per le aziende e  nella quasi totalità dei casi sono piani strategici e/o organizzativi. Solitamente non funzionano perché come dice Peter Drucker “Senza un impegno chiaro e condiviso ci sono sole promesse e speranze ma non piani…”

Quello di cui parlo qui, invece, è un piano che si riferisce alla vita delle persone. Un piano scritto, chiaro e  conciso sulla propria vita.

Tre tratti comuni a chi realizza questo genere di piano: 

  •        Chiarezza. Una chiarezza cristallina sulle principali aree della propria vita e sui passi da compiere quotidianamente.
  •        Confini. Un forte senso dei confini che filtra le decisioni e le rende sostenibili.
  •        Controllo. Rivaluta le possibilità in merito a ciò che possiamo fare aiutando a vedere che “non si può fare tutto, ma si può fare molto di più di quello facciamo abitualmente”.

 Un piano  conciso, dinamico ed ispirante.

Ho dedicato molti anni a perfezionare questo approccio per i miei clienti per un semplice motivo.  La vita può assomigliare ad una corsa folle. Ci sono molte distrazioni e variabili. Soprattutto di questi tempi abbiamo bisogno di riferimenti, di focus e di dare un seguito alle nostre intenzioni.

Abbiamo bisogno di proteggerci dalla forza d’inerzia.

Gli eventi e i problemi cambiano volto  con un piano che  ruota intorno alle proprie  priorità e con un metodo collaudato per andare fino in fondo.

Un punto di forza che viene apprezzato subito da  quelli che usano un  Piano Motivante è  che filtra tutte le decisioni. In sintesi, dà una struttura alle speranze e una destinazione ai sogni.

A questo punto una riflessione per evitare la confusione tra movimento ed azione.

Quando condivido questo approccio le reazioni sono le solite. Dopo venti anni di esperienza come coach, so che queste informazioni in alcuni casi danno vita al desiderio di una vita intenzionale e in altri le persone proseguono imperterrite nella corsa folle.

Perciò ora ho un invito e una richiesta per te.

 Una decisione e un paio di domande

Bene, ora sei ad un punto di decisione. Puoi seguire il sentiero che già conosci e continuare a farti guidare dalla forza d’inerzia o puoi scegliere la via meno battuta.

Ogni giorno puoi prendere il sentiero già noto e ci sono molte probabilità che ti porterà alla solita destinazione. Ma se vuoi che accada qualcosa di diverso, se vuoi dare un nuovo impulso alla tua salute, alle relazioni, al lavoro, etc. devi avere un piano che ti aiuti ad avere una vita intenzionale.

 Vinci l’inerzia, disegna una vita intenzionale.    

E allora? Cosa farai ogni giorno della tua vita che continuerà a piacerti anche se dovesse andare male?

Qualsiasi sia la tua sfida non sarà sempre facile per cui hai bisogno di un piano motivante. Quali sono i passi che ti avvicinano ai tuoi obiettivi e ti aiutano a superare le tue sfide?

Non abbandonare i tuoi giorni  alla forza d’inerzia. Crea un piano motivante, vinci l’inerzia e disegna una vita intenzionale.

Stay Invictus!