Il paradosso delle prestazioni superiori

elephant-mouseC’è stata una volta in cui la pressione delle persone intorno a te ha rovinato l’impatto delle tue prestazioni? Qual è la relazione tra potere, prestazioni superiori e pressione sociale?

E’ frustrante.

Quando si sente parlare di prestazioni superiori qualcuno pensa al  proprio fatturato, altri alla qualità delle relazioni con le persone più importanti. Oppure  vengono in mente i risultati e le performance sportive dei grandi campioni, la squadra del cuore o il desiderio di essere più prestanti fisicamente.

E cosa c’è di frustrante?

Il mio vicino di casa me l’ha spiegato con parole semplici. “Vedi”, mi ha detto, “le persone possono anche avere ottime prestazioni, quando non gliene importa nulla. Ma non appena entra in ballo qualche tensione, cominciano ad inciampare nelle parole, la voce cambia e pensano a cose strane”.

Cose strane?

“Vanno sotto pressione”, ha aggiunto. E’ successa la stessa cosa anche a me, dunque anch’io lo so per esperienza personale. Così ho chiesto al mio vicino di casa  se anche a lui era capitato qualcosa di simile. Insomma, come puoi intuire, succede a tutti. Ma non è l’undicesimo comandamento. Non è una regola scolpita su tavole sacre.

Quindi, cosa succede se ti mostro un modo per essere al meglio anche quando sei sotto pressione o tutte le volte che vuoi?  Cosa succede se scopri un modo semplice per sbarazzarti di ogni “cosa strana”? Nulla potrebbe bloccare le tue prestazioni. Ma non si tratta solo delle prestazioni. Saresti più sicuro e tutto sarebbe più divertente. Non in generale, ma soprattutto  nelle situazioni importanti  e/o con le persone che contano di più.

Ameresti ogni minuto della tua vita.

Infatti, quando rimuovi le interferenze che bloccano l’espressione più completa del tuo potenziale hai una consapevolezza totale di quello che puoi fare davvero. Nondimeno, se ti guardi intorno noterai che a molte persone succede  l’esatto contrario. Ad esempio, non puoi immaginare quante persone, che ho affiancato come coach, ripetono:

“Maurizio, fila tutto liscio per il 90% del tempo, poi in quel 10% succede qualcosa che mi fa passare la voglia di andare avanti”.

E’ mai capitato anche a te?

Quando è stata l’ultima volta in cui avresti voluto “lasciare il segno” con le tue prestazioni, ma non è andata così? Okay, ripensa a quella situazione con uno spirito rinnovato. Torna a quel momento e rivivi quella situazione. Fallo come se ora la scena si ripetesse davanti ai tuoi occhi.

 

( Scommetto che non dovrai impegnarti più di tanto. Se sei come me, avrai rivisto quelle stesse “scene”,  almeno una ventina di volte. Capita a tutti. )

 

Azzardo anche che non eri totalmente presente.  Non eri sicuro, giusto? Pensavi troppo. E anche se, di solito, non hai dubbi sul cosa dovresti fare in situazioni simili, e anche se nell’arco della tua vita hai avuto esperienze migliori, in quel momento sono sbucate d’improvviso le famigerate  “cose strane”. Quando?

Proprio quando era così  importante.

In situazioni meno importanti non sarebbe accaduto. E non dipende da quello che avevi mangiato, dalla meteorologia, da qualcun’altro, eccetera eccetera.

 

( Mi piacerebbe spingermi oltre e dirti che è sempre così, ma una cosa è certa. Nella mia esperienza professionale posso solo confermare che quando aiuto i miei clienti a liberarsi da quelle che il mio vicino di casa chiama “cose strane”, inevitabilmente, ottengono  prestazioni superiori).

 

Dunque, ascolta. Se sei come il 99% della popolazione hai una buona familiarità con  ciò che succede in situazioni simili. Quindi, sai che certi schemi si ripetono soprattutto nei momenti  importanti. In parole semplici sai che..

 

Le paure e/o le interferenze saltano fuori proprio nei momenti cruciali.

Perciò, lascia che ti chieda: “Se non dipende da fattori esterni e non dipende da te, da cosa dipende?” Si tratta di un sottile paradosso.

Ed ecco il “Paradosso delle Prestazioni Superiori.”

Le prestazioni superiori richiedono modestia ed empatia, non forza e sopraffazione. Ciononostante,  quello che molti  (la società, i media, la cultura, etc.) si aspettano dai chi ha acquisito un ruolo di responsabilità e/o di potere è proprio ciò che danneggia le prestazioni superiori. Hai presente il classico:

È meglio essere temuto che amato (Machiavelli)

Oppure, come afferma Robert Green  ne “Le 48 Leggi del Potere”:

  • Legge nr. 3 – Maschera le tue intenzioni.
  • Legge nr. 6 – Attira l’attenzione ad ogni costo.
  • Legge nr. 12 – Disarma la tua vittima.
  • Legge nr. 15 – Annienta completamente il nemico.
  • Legge nr. 17 – Crea incertezza negli altri.

Il messaggio è chiaro.

Anche Green, come  Machiavelli e molti altri, porta  a credere che il potere si ottiene con la forza, l’inganno, la manipolazione e la sopraffazione (imposizioni esterne).

 

Infatti, chi è capace di prestazioni superiori conquista rapidamente una maggiore visibilità e/o ruoli di potere all’interno della nostra società. Nondimeno, da questi individui  ci aspettiamo che usino le loro capacità per il bene comune.

 

Eppure, i risultati di una recente ricerca scientifica hanno messo il dito nella piaga.

Le persone che conquistano ruoli di potere, tendono ad agire come i pazienti che hanno subito un danno  al lobo frontale destro del cervello. In termini semplici, hanno la tendenza ad agire impulsivamente, con maggiore aggressività e con un livello di empatia molto basso.

Insomma, prima s’impegnano per esprimere se stessi e, in questo modo offrono prestazioni superiori. Poi, una volta conquistata una posizione di potere o perché sentono di avere una maggiore autorità per via dei risultati ottenuti,  si lasciano plasmare dalle aspettative altrui  sul modo in cui dovrebbe  comportarsi una persona che ha potere. Così, proprio ciò che ci aspettiamo dagli individui di potere diventa ciò che danneggia le loro capacità e prestazioni.  E questo paradosso apre il varco ad una semplice constatazione.

Le prestazioni superiori richiedono  modestia ed empatia, non forza e sopraffazione. In fondo, è fin troppo facile essere modesti se non abbiamo ottenuto grandi risultati. Così come è facile intuire il contributo di qualità umane come l’umiltà, l’empatia etc. Tuttavia, è proprio  quando si hanno maggiori responsabilità, potere e/o autorità decisionale che è assolutamente  necessario ricordarsi delle qualità umane che hanno contribuito all’espressione più completa del nostro potenziale.

Questo vuol dire che mettere in moto prestazioni superiori non ha nulla a che vedere con l’idea di essere superiori agli altri. Significa essere pronti ad affrontare le situazioni importanti. Pronti ad offrire il meglio di noi stessi e/o il nostro contributo personale al mondo al quale vogliamo appartenere.

Buone prestazioni.

p.s. Anche tu hai provato sulla tua pelle una situazione simile? Lascia il tuo commento qui sotto, per me la tua esperienza  è importante.