Come stimolare il ‘Piccolo Orgasmo’ di cui si vergognano tutti.

Come stimolare il ‘Piccolo Orgasmo’ di cui si vergognano tutti.

E’ contagioso, raffredda il cervello e, fra persone con un legame emotivo, innesca un meccanismo d’imitazione immediata.

S’intuisce cos’è?

Prima di condividere i passi per stimolare  il ‘Piccolo Orgasmo’ colgo la palla al balzo per mettere in primo piano un’interessante coincidenza.

Pochi giorni fa hanno scoperto dov’è collocata la “regione della felicità” nel  cervello umano. Un gruppo di  ricercatori giapponesi ha riconosciuto che c’è  un collegamento tra la felicità e un’area del cervello che si chiama  precuneo.

Hanno esaminato il cervello di giovani volontari, li hanno sottoposti ad un’indagine e dopo aver esplorato le loro emozioni hanno trovato  abbondanti dosi di felicità  nella parte destra del precuneo, scoprendo che anche altre emozioni positive sono associate sempre a questa regione del cervello.

Perché parlo della “regione della felicità” per introdurre il piccolo orgasmo?

Semplice. Anche il piccolo orgasmo ha a che fare con questa stessa regione del cervello.

Raffredda il cervello, crea empatia  e riduce la rabbia.

Si tratta di un’attività neurale che, come testimoniano recenti ricerche scientifiche, favorisce la consapevolezza sociale, la compassione e l’empatia.

Sto parlando dello sbadiglio che negli antichi testi indiani veniva indicato come il “piccolo orgasmo” e anche se si conosce ben poco di quest’attività involontaria,  di sicuro sbadigliare riduce:

·        Rabbia

·        Ansia

·        Stress

Gli atleti olimpici sbadigliano prima di una prestazione sportiva, i pesci prima di cambiare attività e i cani prima di attaccare.

Sappiamo per certo che è un riflesso involontario controllato dal nervo vago e che è un modo naturale per conservare il cervello in buona salute. Ma contrariamente a quel che pensa chi associa gli sbadigli alla noia o al desiderio  di mangiare, sembra che quest’insieme di contrazioni muscolari possa essere stimolato anche dall’attrazione sessuale.

Cosa succede se si sbadiglia in modo intenzionale?

Durante le sessioni di Group Coaching si lavora su obiettivi comuni e presento anche diversi strumenti pratici. Ad esempio, la “tecnica dei 5 sbadigli” ha lo scopo di facilitare la riduzione dei livelli di stress e favorisce la transizione durante 5 fasi importanti della giornata.

La tecnica  prevede 5 sbadigli da ripetere 5 volte in 5 momenti cruciali della giornata. Sono 5 semplici sbadigli che poi vengono seguiti da 5 respirazioni profonde accompagnate da movimenti ritmati del corpo.

In un’altra occasione illustrerò le 5 respirazioni profonde per fornire indicazioni complete sulla tecnica. Ora torniamo allo sbadiglio.

Perché funziona?

Il punto è che nell’esperienza dello sbadiglio vengono coinvolte positivamente tante funzioni cerebrali e molti neurotrasmettitori. Dalla dopamina, che attiva l’ossitocina e regola il desiderio, il piacere e i legami umani, all’acetilcolina, il glutammato, il GABA, etc.   insieme agli ormoni sessuali e  gli oppioidi endogeni.

Una cosa interessante è che, con buona pace dei luoghi comuni, sbadigliare insieme agli altri è una bella mossa per aumentare l’intimità.

Sfortunatamente ci sono due grandi scogli.

Il primo è di tipo personale. Per sbadigliare in modo intenzionale è necessario impegno e disciplina. E poi c’è uno scoglio sociale che porta le persone a vergognarsi di praticare il ‘piccolo orgasmo’ davanti agli altri.

Insomma, non serve nessuna capacità, né serve competenza o  forza, basta solo qualche minuto. Il risultato è che con una breve sequenza di sbadigli si riescono a stimolare due condizioni opposte: lo stato di rilassamento e  quello di vigilanza.

Questa meraviglia neurologica ha una lunga storia se si pensa che il feto inizia a sbadigliare all’interno del grembo materno già dal  quinto mese . (video)

A quanto pare il feto non è al corrente dei luoghi comuni, dunque non lo fa per noia, fame o sonno. Contrae la bocca, abbassa la lingua e sbadiglia all’oscuro della buona educazione e del bon ton.

 Sbadiglia senza vergogna perché così regola i ritmi circadiani e in questo modo regola il ciclo sonno-veglia.  La stessa cosa succede ad un adulto che ha fatto i bagordi fino a tarda notte e sbadiglia per  regolare il ritmo del normale ciclo sonno- veglia per fare un reset dell’orologio del cervello.

Un noto espediente per liberare il cervello dall’aria cattiva.

Nelle logopedia si usa lo sbadiglio come risorsa utile a ridurre l’ansia da prestazione o per diminuire le tensioni al livello della gola.

Ne parlava già Ippocrate nel quarto secolo prima della nascita di Cristo. Secondo Ippocrate  serviva a liberare il cervello dall’aria cattiva e ad aumentare l’aria buona.

Con parole diverse  le neuroscienze dicono che lo sbadiglio  contribuisce a diminuire i livelli di anidride carbonica nel sangue e una ricerca recentissima sostiene che lo sbadiglio funziona come una ventola che “raffredda” e regola la temperatura del cervello  grazie ad una profonda inalazione di aria nuova.

Ma c’è molto di più di questa spiegazione meccanica.

Sbadigliare calma e regola il metabolismo del cervello aiutandolo ad essere più efficiente dal punto di vista energetico.

Infatti, quest’area del cervello ha un ruolo centrale nei processi relativi alla coscienza e l’introspezione ed è la stessa area del cervello colpita dalle patologie connesse con l’invecchiamento e con il deficit dell’attenzione e sembrerebbe che sbadigliare intenzionalmente potrebbe rinforzare quest’area cruciale del cervello.

Ecco il primo passo della “Tecnica dei 5 Sbadigli”.

Come fare Sbadigli Profondi

Solitamente uno sbadiglio dura sei secondi. Nella prima fase dello sbadiglio c’è l’ispirazione. Si apre la bocca e c’è una contrazione dei muscoli costali che ha lo scopo di favorire il passaggio dell’aria. Nella fase successiva c’è l’espirazione in cui si lascia uscire l’aria e lentamente si torna alla posizione iniziale.

1.   Per prima cosa fissa il momento del giorno in cui vuoi sbadigliare intenzionalmente e ripetutamente. In questo modo abitui il cervello a predisporsi per uno stato di rilassamento profondo. Gli studi mostrano che è la regolarità della pratica a produrre i benefici maggiori. Sveglie, allarmi, post it, etc. possono essere utili per garantire la regolarità.

2.   Sii consapevole che il tuo cervello potrebbe avere delle resistenze. E’ normale. Ma non lasciare che siano le resistenze a condurre il gioco.

3.   Resta in piedi in un luogo in cui ti senti a tuo agio e non sarai disturbato da altri. Nella tecnica completa dei “5 sbadigli” l’invito è a restare seduti con la schiena ben dritta perché poi seguono delle respirazioni profonde allo scopo di ridurre lo stress. In questo caso, invece, si può stare in piedi perché il focus è solo sugli sbadigli e stando in piedi si ottiene un’inalazione più completa.

4.   Apri la bocca fino alla sua massima apertura e fai un respiro profondo. Durante l’esalazione fai un  sospiro prolungato. Continua anche se non senti di aver bisogno di sbadigliare. Simula lo sbadiglio. E’ per questo che sono sbadigli intenzionali. Vedrai che dopo il quinto sbadiglio simulato ne verrà uno naturale.

5.   Osserva ciò che succede nella tua bocca, occhi, gola,  torace e pancia.

6.   Lascia solo pochi secondi tra uno sbadiglio e l’altro. Nella tecnica dei “5 sbadigli” questi primi 5 sono considerati come sbadigli di riscaldamento. In questo caso, invece, puoi proseguire con altre due serie consecutive. Il tutto richiede due minuti circa.

Ora tocca a te. Scopri con la pratica ciò che succede e fammi sapere i benefici e/o i risultati che ottieni.

Stay Invictus!

 

Nota bene.  Le ricerche dell’Università di Kyoto  ed altri Istituti in Giappone che indicano la “regione della felicità” nel precuneo  sono state pubblicate sulla rivista scientifica ‘Scientific Reports’ e sono disponibili per la consultazione. Non dovrebbe sorprendere che i ricercatori hanno verificato  che i livelli più alti di felicità sono associati ad emozioni positive e ad un forte senso di scopo, così come i livelli più bassi di felicità sono annunciati da una carenza di questi stessi fattori.